In questi anni di crisi, ci sono dei settori che hanno visto i numeri dei fatturati rimanere molto alti. Nell’elenco, spicca indubbiamente la chirurgia estetica.
La ricerca della bellezza non si è arrestata e gli interventi chirurgici finalizzati a migliorare l’aspetto fisico hanno mantenuto livelli di richieste eccellenti.
Uno dei più apprezzati, insieme con la liposuzione, è l’intervento di mastoplastica additiva. Nonostante la sua popolarità, sono ancora numerosi i dubbi delle donne che vogliono sceglierlo, nonché i luoghi comuni da sfatare. Nelle prossime righe, per aiutarti a chiarire meglio il tutto, abbiamo selezionato sei domande frequenti quando si parla di aumento del seno.
Le protesi vanno cambiate dopo dieci anni?
Questo è un luogo comune molto diffuso quando si parla di mastoplastica additiva.
Nulla di strano! Fino a qualche anno fa, infatti, era abitudine procedere alla sostituzione delle protesi dopo dieci anni dall’intervento primario.
Da tempo ormai, questo approccio non è più il gold standard.
Per quale motivo? Perché gli impianti mammari si sono evoluti tantissimo dal punto di vista della durata e del comfort. Potenzialmente, sono eterne.
Attenzione, però: il corpo può andare incontro a cambiamenti. Qualche esempio? Gli sbalzi di peso frutto della gravidanza. Queste evenienze, possono compromettere il risultato dell’intervento chirurgico e portare la donna, dopo aver consultato il proprio chirurgo estetico di fiducia, a valutare di cambiare le protesi. La sostituzione è quindi possibile, ma non è automatica dopo dieci anni.
La mastoplastica additiva lascia cicatrici evidenti?
La risposta è no! Non bisogna preoccuparsi in quanto, al giorno d’oggi, gli accessi chirurgici sono in zone poco visibili. Si tratta dell’areola del capezzolo – l’incisione chirurgica, in ogni caso estremamente ridotta, viene mascherata dalla differenza di colore tra la suddetta area e la pelle della mammella – del solco ascellare e di quello sottomammario.
Il seno si aumenta solo con le protesi?
Come poco fa accennato, le tecniche chirurgiche si sono evolute tantissimo in poco tempo. Ciò ha permesso di adottare veri e propri approcci ibridi in sede di esecuzione della mastoplastica additiva. Per ottimizzare l’effetto delle protesi, si può impiantare anche del grasso autologo, ricorrendo al cosiddetto lipofilling.
Dopo la mastoplastica additiva si può allattare?
Molto spesso, le donne hanno dubbi in merito alla possibilità di sottoporsi alla mastoplastica additiva per via del desiderio, dopo l’intervento, di cercare una gravidanza e di allattare al seno. Non bisogna preoccuparsi a tal proposito. Le tecniche utilizzate oggi, infatti, non arrecano alcuna offesa chirurgica ai dotti galattofori.
Ciò permette, in caso di gravidanza e di desiderio di allattare al seno, di procedere senza problemi.
L’intervento richiede l’anestesia generale?
Non per forza! Capita spesso, infatti, che i chirurghi optino per la locale con leggera sedazione, con tutti i vantaggi del caso per quanto riguarda la ripresa post intervento.
Il post operatorio è doloroso?
In virtù di aspetti come la già citata scelta dell’anestesia locale con leggera sedazione, ma anche per la ridotta offesa chirurgica, il post operatorio della mastoplastica additiva è quasi sempre semplice da affrontare.
La paziente che si sottopone a questo intervento deve mettersi nell’ottica di indossare, per qualche settimana, un reggiseno contenitivo. In linea di massima, se il decorso è normale è possibile tornare al lavoro, a meno che questo non sia faticoso, già dopo sette giorni.
In un paio di settimane, è possibile riprendere la guida e dopo poco più di un mese si può ricominciare a fare sport, allenando soprattutto la parte bassa del corpo.
La cosa migliore da fare è chiedere il parere del chirurgo estetico che ha effettuato l’intervento.
La mastoplastica additiva, infatti, è una procedura che deve essere personalizzata nel dettaglio, basandosi sulle condizioni della paziente, sul suo stile di vita e sui suoi desideri.