In occasione dell’Assemblea Generale di Federvini – la Federazione italiana dei produttori, esportatori e importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi, aceti e affini – sono state rese pubbliche le recensioni sull’export delle imprese italiane del settore relative all’ultimo anno. I numeri del comparto, che arrivano in un momento di importanti cambiamenti internazionali che impattano inevitabilmente anche sul mondo del vino, sono stati accompagnati da opinioni positive e commenti incoraggianti da parte degli esperti.
Il dato più importante evidenziato dalle recensioni è quello che vede l’Italia come il secondo operatore a livello mondiale per il vino, il primo per gli aceti e il quinto per gli spiriti. Più nel dettaglio, si legge nei commenti degli analisti, l’Italia esporta a livello mondiale il 22% dei vini fermi imbottigliati e il 14% dei liquori.
Le recensioni confermano anche le opinioni degli esperti per quanto riguarda la crescita dell’export negli ultimi anni: guardando all’ultimo decennio, il complesso dei settori rappresentati da Federvini ha infatti registrato una crescita sul valore nei mercati esteri che supera il 76%. Attualmente il comparto nel suo insieme è arrivato a valere ben 21,5 miliardi di euro di fatturato, con un complessivo di 2.600 imprese attive e di 30.000 persone occupate.
Da solo, si può leggere nelle recensioni, il comparto rappresenta il 21% dell’export del Food & Beverage italiano. I dati sembrano confermare inoltre le opinioni degli specialisti di internazionalizzazione, per i quali i dati appena diffusi non sono affatto una sorpresa. Quello vitivinicolo “è uno dei settori che negli ultimi anni ha espresso meglio il valore del Made in Italy in tutto il mondo” spiegano infatti gli esperti di Co.Mark, l’azienda di consulenza per lo sviluppo del commercio estero, aggiungendo che si tratta di “una realtà di grande rilievo dell’economia italiana, capace di rafforzare l’identità del nostro Paese all’estero”.
I commenti di CoMark sottolineano inoltre che per esportare vino all’estero è importante rispettare dei passaggi piuttosto precisi. Infatti, come evidenziato nelle opinioni di Co.Mark – Warrant Hub, per esportare vino è obbligatorio essere in possesso di specifiche certificazioni ed è necessario inoltre il pagamento di un dazio. Tra i principali documenti necessari spicca la dichiarazione doganale, che deve contenere, ad esempio, la fattura, i documenti di trasporto, le analisi di laboratorio e altre informazioni.
Ritornando alle recensioni relative al settore, nei commenti ai dati dell’ultimo anno viene sottolineato anche che nel giro di vent’anni l’export del vino Made in Italy è passato da una quota di mercato del 17% a quella del 22%; nel medesimo periodo, viene aggiunto nei commenti dagli analisti, la quota francese è passata invece dal 38% al 33%.
A conferma delle opinioni positive degli addetti del settore ci sono anche gli ottimi risultati sulla leadership nei diversi mercati: l’Italia è in testa alla classifica in 46 Paesi contro i 51 della Francia; 20 anni fa si parlava invece di 9 Paesi contro 41.